Racconto LA GITA
La meta era stata decisa da Ulrich, che già da molto tempo desiderava ritornare a Trieste, o, meglio, nelle sue vicinanze; egli desiderava vedere quella strana spaccatura della terra che era conosciuta come Val Rosandra. Era strana, in effetti, perché si trattava di una valle circondata da pareti scoscese, ma l'aria che si respirava era quella salmastra del Mar Adriatico, da cui era separata da una distanza che avrebbe potuto percorrere un gruppo di ragazzetti in vena di fare una piccola escursione pomeridiana. Ad Ulrich sembrava, tornando in quello stesso posto a distanza di anni, di poter rileggere ancora una volta una metafora, che egli aveva voluto fare sua, dedicata alla vita, così aspra come i fianchi della valle, così piena di promesse come il mare che vi si scorgeva alla fine.
Anna e Marialuise arrivarono all'appuntamento mattutino con un leggero ritardo, dovuto però più alla mancanza di fretta che ispirava il piacevole tepore di quella stagione che al vezzo femminile di farsi un po' attendere.
Marialuise conosceva Max, il quale era amico di Ulrich, il quale aveva sentito parlare di Anna. Ad essere sinceri era stato un grosso rischio organizzare una gita con persone così sconosciute tra di loro, tanto più in una giornata festiva come la prima domenica di maggio. Era stato Max ad invogliare il suo miglior amico ad uscire assieme a due ragazze di cui non sapeva quasi nulla, se non che una delle due, considerata da Max timida ma non impacciata, era la figlia minore di un certo Augusto Nerio, un collega dell'ufficio assicurativo di suo padre. Egli la aveva vista alcune volte anni prima, quando gli capitava di passare presso l'assicurazione per prendere in consegna certe polizze da recapitare a clienti che avevano la loro attività nei pressi della locanda dove alloggiava quando era impegnato negli esami universitari più lunghi. Anna Nerio, invece, aiutava il padre proprio all'interno dell'ufficio, anche se il suo era un apprendistato che l'avrebbe portata a svolgere mansioni di tipo amministrativo piuttosto che ad essere un semplice aiuto occasionale. Ma tanto era bastato ad Ulrich per scoprire la possibilità di accettare l'invito a quell'escursione, visto che c'era un terreno molto ampio di esperienze comuni che, secondo lui, rendevano già piacevole la giornata.
Buongiorno! - esclamò Maxili vedendo arrivare le due donne - Abbiamo atteso un po', ma ne valeva proprio la pena - disse ancora sorridendo, in modo da ingentilire quella che poteva essere intesa come una frase troppo azzardata. Ma era il carattere aperto ed il comportamento molto sicuro dell'uomo che lo rendeva comunque un buon compagno di viaggio, anche perché egli sapeva ascoltare quando se ne presentava la necessità. Oltrepassarono subito a piedi il paesino all'inizio della valle, e quindi si trovarono a camminare lungo il torrente che l'attraversava. Il profumo dell'Adriatico si confondeva con quello dei pini e degli arbusti, rendendo l'aria ricca di esperienze sensuali. Ormai i quattro, fatte le dovute presentazioni, si conoscevano già per nome, e questo fatto rese subito la compagnia un vero gruppo.
Max camminava a fianco di Anna, e tra i due stava avendo luogo una discussione che pareva essere animata da vero interesse piuttosto che da semplice garbo, e di questo Ulrich si era subito accorto. Ulrich, che camminava a fianco di Marialuise ad una decina di metri dietro i due, in un primo momento era stato pervaso dalla gelosia. La donna si era accorta che qualcosa doveva avere turbato il suo nuovo conoscente, ma preferì non aspettare che fosse lui a continuare la conversazione.
Anche lei era da molto tempo che mancava da Trieste, vero? - argomentò decisa spostando lo sguardo verso l'uomo - io ci sono ritornata ormai da circa sei mesi, ma questa di oggi è la mia prima vera gita a cui prendo parte!
Ulrich non pensò subito alle risposte da dare a quelle affermazioni così dirette, ma rimase ancora assorto per qualche istante. Rispose quindi spiegandole che il suo distacco da quei luoghi era avvenuto circa due anni prima, quando decise di partire assieme a Max per terminare gli esami a Vienna. Ma mentre Max vi restò ancora solo pochi mesi, scontrandosi nuovamente più con il rigido ambiente degli insegnanti dell'Accademia di Belle Arti che con la sua capacità di reggere gli impegni, seppure continui, degli studi, egli, che aveva un carattere meno polemico del suo amico, vi continuò a soggiornare, diplomandosi altresì con un certo anticipo rispetto alla media. Le raccontò quindi che quando, un mese prima, aveva ricevuto la lettera di Max in cui veniva invitato a passare alcune settimane presso la sua nuova casa che aveva comprato sulla costiera verso Miramare, egli decise di venirci immediatamente appena libero, ed infatti così avvenne.
Beh, allora io posso considerarmi più fortunato di lei, sono qui da dieci giorni, e questa di oggi è per me già la seconda escursione. Anzi, mercoledì e giovedì scorso ho fatto un vero e proprio viaggio in treno fino a Venezia, ma, a parte il controllore e gli albergatori della locanda dove presi alloggio, non ho avuto la possibilità di scambiare qualche parola con chicchessia. Anzi, forse non ne avevo neanche la voglia - disse finalmente sorridendo un po' più rilassato.
Mentre Marialuise annuì, ribadendo che talvolta può essere più proficuo per sé e per gli altri un silenzio complice piuttosto che un dialogo tra sordi, Max, poco più avanti stava intrattenendo Anna con una nuova invenzione. L'uomo si era messo a strappare dei petali, cogliendoli da alcuni roseti che correvano lungo il sentiero. Questi petali, posti in una determinata posizione sull'incavo tra l'indice ed il pollice della mano sinistra serrata a pugno, venivano fatti esplodere con un secco rumore dal palmo della mano destra che vi sbatteva sopra. Anna si incuriosì a questo gioco, e volle parteciparvi subito. Dopo alcuni tentativi di scarso rilievo, la donna iniziò ad ottenere degli schiocchi ancora più rumorosi e secchi di Max. Ulrich restò sgomento. Marialuise sorrise divertita. Si era accorta di come bastasse così poco per divertirsi, ma anche di come bastasse altrettanto poco per vedersi crollare il mondo attorno a sé, oltre a quello interiore.
Ad Ulrich sembrò di morire, ma anche di rinascere subito, quando si accorse che la donna che gli stava a fianco sembrava aver letto direttamente nei suoi pensieri, e così infatti era. Forse quello che lui anelava in Anna era così esile da venire cancellato da un semplice sguardo di un'altra donna, o forse questa donna sembrava avergli concesso e promesso tutto con quella rapida occhiata, o, come a molti altri, anche a lui capitava di innamorarsi in continuazione. L'uomo guardò Marialuise, poi si girò, strappò un petalo e lo fece schioccare con un rumore secco e deciso. Era la prima volta che gli capitava di fare una cosa del genere. Era anche la prima volta che strappò dei petali per darli ad una ragazza. Lei accettò, si mise a schioccare i petali uno dopo l'altro, ed anche per lei era la prima volta.
L'hai mai fatto? - disse Ulrich sottovoce. Come, scusa? - rispose lei guardandolo ricambiata negli occhi, facendo finta di non capire. L'uomo tergiversò un attimo e poi disse che la bellezza del paesaggio e del clima forse erano stati di aiuto nella riuscita di quel nuovo gioco inventato da Max.
Già, - disse la donna - questo posto mi fa rinascere, si sta proprio bene qui. Anna si girò verso Ulrich, ma egli ormai era rinato, e quando si rinasce ogni cosa che ci accade si svela a noi per la prima volta.